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Rischi climatici: la nuova sfida del settore assicurativo

Presentato, durante l’evento “Next level for Insurance SME segment: climate change & physical risks”, lo studio di CRIF, RED Risk e QBE Italia realizzato con il patrocinio di IIA

  • Cambiamento climatico: le perdite cresceranno di circa l’8% al 2050
  • Un’impresa su tre è esposta a perdite economiche significative a causa di fenomeni naturali
  • Sud e Isole le aree maggiormente esposte; Agricoltura e Logistica risultano essere i settori maggiormente colpiti

Il cambiamento climatico e i fenomeni naturali a esso connessi hanno causato e continuano a causare forti impatti sui cittadini, sulle imprese, e sull’economia in generale; si stima che nel solo 2021 i disastri naturali abbiano causato più di 10 mila morti e 250 miliardi di dollari di danni economici in tutto il mondo[1]. Ad oggi il tema delle conseguenze del cambiamento climatico su cittadini e aziende resta una delle maggiori sfide per il settore assicurativo. Di questo si è parlato oggi nel webinar Next level for Insurance SME segment: climate change & physical risks, organizzato da CRIF, RED Risk, QBE Italia e IIA – Italian Insurtech Association.

Durante l’incontro è stato condiviso lo studio analitico realizzato da CRIF-RED, in collaborazione con QBE Italia e con il patrocinio di IIA, con l’obiettivo di aiutare i player assicurativi a definire e misurare i rischi fisici, tenendo in considerazione i potenziali impatti del cambiamento climatico su di essi.

In particolare, lo studio evidenzia che in Italia 1 impresa su 3 è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali. Il principale motivo di questo elevato livello di rischio è che il territorio nazionale è caratterizzato da un’alta esposizione a fenomeni naturali: nel Paese, infatti, coesistono livelli elevati di rischio terremoto, inondazioni e frane, a cui si sommano i rischi derivanti da fenomeni legati alle alte temperature che caratterizzano ampie parti della penisola, quali la siccità, lo stress idrico e le ondate di calore. Inoltre, il tessuto economico italiano è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese, spesso mono-sede, per lo più concentrate in distretti industriali localizzati in specifiche zone geografiche. Tali criticità comportano per le aziende italiane un elevato tasso di vulnerabilità ai rischi naturali.

La rischiosità e l’impatto economico dei fenomeni naturali è aggravato dal fatto che l’Italia, rispetto alla media dei principali Paesi europei, è fortemente sotto assicurata. Ad esempio secondo gli ultimi dati ANIA, solo il 5% delle abitazioni risulta assicurato per gli eventi catastrofali.

Partendo quindi dal contesto attuale di diffusa sottoassicurazione, i player assicurativi sono chiamati a far evolvere la loro offerta in ambito property, business interruption e liability, sviluppando proposte di protezione innovative. Per esempio con coperture parametriche, per andare incontro alle nuove esigenze del cliente e migliorare la resilienza del sistema economico al cambiamento climatico in atto, svolgendo attivamente – in sinergia con le istituzioni pubbliche – un ruolo chiave nella sfida globale sulla sostenibilità.

Sempre secondo le stime di IIA, nei prossimi anni i big player del mercato assicurativo europeo dovranno investire almeno 400 milioni di Euro per sviluppare nuove tecnologie in ambito Space Innovation (tra cui tecnologie satellitari per fornire dati in tempo reale sui cambiamenti climatici), Intelligenza Artificiale e Big Data che aiuteranno a mappare rischi legati a disastri ambientali e stipulare servizi e polizze adeguati.

“Grazie all'innovazione possiamo realizzare prodotti assicurativi parametrici basati su dati meteorologici provenienti da satelliti, che consentono una gestione del rischio più mirata. Per i player assicurativi è fondamentale avviare partnership con realtà innovative che stanno sviluppando queste tecnologie, l’unica strada per rendere più resiliente il mercato.” commenta Gerardo Di Francesco, Founder & General Secretary – Italian Insurtech Association. “Investire in queste società è fondamentale per ridurre gli impatti economici sulle nostre imprese, ma al contempo è fondamentale sensibilizzare il mercato sull’importanza di assicurarsi contro questa tipologia di catastrofi. Proprio di recente Ania ha proposto al Governo di introdurre un'assicurazione obbligatoria per i beni immobiliari del Paese, proprio a causa dei rischi fisici legati agli eventi climatici estremi e non, replicando un modello simile a quello della Francia, dove vige un sistema semi-obbligatorio.” prosegue Di Francesco.

I dati ci dicono che, rispetto alle grandi aziende, le piccole e medie realtà imprenditoriali sono meno attrezzate per quanto riguarda la percezione del rischio determinato da fenomeni naturali legati al clima e non. Lo stesso vale per il rischio abitativo, quello più esposto e sotto assicurato. Il risultato è che solo una piccola parte dei danni da calamità naturali vengono trasferiti all’industria assicurativa. La maggior parte rimane a carico dell’intervento pubblico. In questa cornice, la ricerca CRIF - Red è particolarmente preziosa perché misura con un alto grado di precisione l’esposizione territoriale, settoriale ed economica a fenomeni naturali, utilizzando dataset geografici validati dalla comunità scientifica. Di conseguenza l’industria assicurativa potrebbe trarne vantaggio ottenendo un’indicazione puntuale ed aggiornata dell’esposizione al rischio. Di fronte alla crescente richiesta di protezione, dunque, la ricerca CRIF - Red potrebbe rispondere al bisogno dell’underwriter di modelli e strumenti di misurazione adeguati e affidabili per una corretta valutazione del rischio e per l’attribuzione del pricing”, sottolinea Alessandro Viterbori, Commercial Combined Portfolio Manager, QBE Italia.

STIMA DEGLI IMPATTI ECONOMICI NELLE DIVERSE REGIONI DEL PAESE

Al fine di diffondere una maggiore consapevolezza e supporto nella stima dei rischi, nello studio CRIF-RED vengono indagati gli scenari odierni e prospettici, al 2050, influenzati dai cambiamenti climatici. Sul mercato infatti si assiste a una sottostimata percezione di pericolo da parte delle aziende e a una non ancora perfettamente adeguata offerta sul mercato di prodotti a tutela del rischio da eventi naturali. La stima di questi impatti sta diventando un tema sempre più centrale man mano che si avanza verso un futuro sempre più vicino.

Con riferimento ad alcuni dei rischi fisici tra i più tipici del territorio Italiano, lo studio evidenzia le 10 province più esposte (in termini di percentuale di aziende esposte a livelli di rischio alto o molto alto) alle frane, alle inondazioni e alle forti precipitazioni. I dati dello studio CRIF-RED rivelano, infatti, ma la pericolosità non è uniforme in tutto il territorio italiano.

Per quanto riguarda il rischio frane, lo studio rivela che le province interamente ubicate in zone montuose, in particolare nelle Alpi, sono quelle più esposte: Aosta, Sondrio, Trento e Belluno presentano più del 40% delle loro aziende esposte a un rischio alto.

Il rischio inondazione è elevato nelle province ubicate nella bassa valle del Po (Rovigo e Ferrara), in zone costiere a scarsa elevazione (Gorizia) o in zone caratterizzate da piogge torrenziali e inondazioni improvvise (Genova e Catania).

In termini di forti precipitazioni la provincia più esposta è quella del Verbano-Cusio-Ossola, che presenta sia rischio di forti nevicate che di grandine, seguita da Lecce e Siracusa, dove il regime di precipitazioni è particolarmente intenso e sono frequenti anche le grandinate.

Lo studio approfondisce e rivela i potenziali impatti sulle aziende anche di altri fenomeni naturali sottostimati e spesso considerati secondari in termini di impatto economico, quali le ondate di calore e lo stress idrico.

Il rischio da ondate di calore - per il quale si presentano i dati estratti in condizioni di clima previsto per il 2040-2049 - data la forte influenza del riscaldamento globale su questo fenomeno, risulterà più omogeneo tra i territori pur interessando maggiormente le province nel Sud Italia e quelle della valle del Po. Da un punto di vista geografico, le province italiane a essere maggiormente colpite dall’innalzarsi delle temperature saranno quelle del Sud e quelle della valle del Po. Nel complesso, a causa delle ondate di calore, il 7% delle aziende presenti su tutto il territorio nazionale potrebbe subire perdite, con un picco del 55% se si considera solamente il Sud Italia.

Da un punto di vista settoriale, invece, Agricoltura, Commercio e Logistica risultano essere i settori maggiormente colpiti.

Al contrario, il settore servizi è quello con il minor numero di aziende esposte ad almeno un rischio alto, a causa della sua elevata resilienza ai rischi considerati. Ciononostante, anche nel settore più resiliente tra tutti, la percentuale di imprese a rischio alto su almeno un pericolo supera il 25%.

Si stima che la perdita media annua attesa causata da inondazioni, terremoti, frane e vento estremo sia circa pari allo 0,65% del fatturato attuale delle aziende. Questo dato sarà influenzato dal cambiamento climatico, che ne comporterà una crescita di circa l’8% al 2050.

“La grande disponibilità di informazioni e dati riguardo ai fenomeni climatici rappresenta un'opportunità per le imprese assicuratrici, in quanto aiuta a quantificare in maniera più precisa l’impatto degli eventi idrometeorologici sulle attività economiche e sulle abitazioni. Per poter tradurre questi dati in una quantificazione delle loro conseguenze in termini economici concreti è necessario utilizzare modelli matematici avanzati che forniscano risultati a scala locale e piattaforme informatiche che combinino questi risultati con altri dati economici, tecnici ed ambientali per produrre una stima del rischio effettivo, cercando di ridurre l’inevitabile incertezza di questa stima. Quest'opportunità è resa ancor più tangibile dagli impatti dei cambiamenti climatici, ormai visibili a tutti e dalla normativa comunitaria ed internazionale.” – afferma Mario Martina, Scuola superiore IUSS e RED Director.

“Il futuro vantaggio competitivo per le compagnie assicurative, con benefici per tutto il sistema e la collettività degli assicurati, è strettamente legato alla possibilità di disporre - in un contesto climatico in evoluzione che rende obsoleti i tradizionali modelli attuariali - di strumenti evoluti di valutazione dei rischi fisici per migliorare il pricing e l’underwriting sul business Danni, per quanto riguarda il segmento aziende, gli immobili residenziali e i veicoli. In chiave prospettica, la disponibilità di scenari evolutivi a 20/30 anni consente di delineare anche su un orizzonte di medio/lungo periodo una strategia coerente di offerta assicurativa collegata al cambiamento climatico.”Filippo Sirotti Senior Director - Offering Development Insurance Market, CRIF.

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CRIF è un’azienda globale specializzata in sistemi di informazioni creditizie e di business information, analytics, servizi di outsourcing e processing nonché avanzate soluzioni in ambito digitale per lo sviluppo del business e l’open banking. Fondata a Bologna nel 1988, attualmente è leader nell’Europa continentale nel settore delle credit information bancarie e uno dei principali operatori del mercato globale dei servizi integrati di business & commercial information e di credit & marketing management. CRIF supporta istituti finanziari, confidi, assicurazioni, telco e media, utilities e società energetiche, imprese e consumatori in oltre 50 paesi. Nell’ambito delle soluzioni end-to-end, ha anche realizzato una linea di servizi per privati cittadini e PMI dedicata al benessere finanziario e alla prevenzione e protezione da frodi e rischi cyber mentre CRIF Ratings, agenzia di rating del credito autorizzata da ESMA e riconosciuta come ECAI, fornisce valutazioni su imprese non finanziarie residenti in UE. Inoltre, CRIF ha completato la sua copertura come AISP in 31 paesi europei dove è applicabile la direttiva PSD2 per l'open banking. Oggi oltre 10.500 banche e società finanziarie, più di 600 assicurazioni, 80.000 imprese e 1.000.000 di consumatori utilizzano i servizi CRIF in 4 continenti.

Per maggiori informazioni: www.crif.it

RED (Risk Engineering and Development) è una società altamente specializzata nello sviluppo di prodotti e servizi nel campo della valutazione del rischio indotto da eventi naturali estremi. Fondata nel 2008 a Pavia, RED si pone l’obiettivo di aiutare i suoi clienti a comprendere e quantificare gli impatti economici causati da eventi come terremoti ed eventi meteorologici (inondazioni fluviali, pluviali e costiere, vento, grandine, temperature estreme, frane e siccità), considerando l'influenza del cambiamento climatico su tali impatti. RED offre servizi e soluzioni per valutare il rischio a diversa scala: per singoli edifici/strutture (ad es. edifici industriali, commerciali o residenziali, ponti, ecc.), per portafogli di singoli edifici/beni (ad es. portafogli di compagnie di assicurazione o database di esposizione sviluppati per specifici settori e regioni), per reti e sistemi (ad es. infrastrutture primarie come i sistemi di generazione e distribuzione dell’energia, o complessi impianti industriali con diverse catene produttive) e, nel caso di soluzioni per l’agricoltura. RED offre servizi di consulenza specialistici in ambito ingegneristico e può vantare esperienze in progetti con clienti pubblici e privati sia a livello nazionale che internazionale.

Per maggiori informazioni: www.redrisk.com

 

A proposito di QBE

QBE aiuta le imprese a costruire la resilienza attraverso la gestione del rischio e l'assicurazione. QBE European Operations fa parte di QBE Insurance Group, uno dei principali assicuratori e riassicuratori al mondo.  La compagnia è quotata alla borsa australiana, e i premi lordi contabilizzati del gruppo QBE per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2021 ammontano a 18,5 miliardi di dollari. In qualità di Business Insurance Specialist, QBE European Operations offre una gamma di prodotti assicurativi che vanno dai prodotti più tradizionali, quali assicurazione danni, infortuni e auto, alle Specialty Lines come Marine ed Energy. Tutti i prodotti rispondono alle esigenze specifiche della nostra clientela. Comprendiamo il ruolo cruciale che un'efficace gestione del rischio svolge in tutte le organizzazioni e lavoriamo duramente per comprendere le attività dei nostri clienti, in modo da offrire soluzioni assicurative che soddisfino le loro esigenze -da programmi complessi a soluzioni di e-trading più semplici -e li supportiamo nel ridurre al minimo le incertezze. I nostri esperti professionisti si concentrano nell'aiutare i clienti a migliorare la gestione del rischio per poter beneficiare di una riduzione della frequenza e dei costi dei sinistri.

 

Italian Insurtech Association

L’IIA è un’entità senza scopo di lucro costituita da tutte le componenti della filiera del mercato assicurativo (compagnie e broker; banche e intermediari finanziari; società specializzate in tecnologie abilitanti e marketing digitale assicurativo). L’Associazione ha l’obiettivo di accelerare l’innovazione dell’industria assicurativa attraverso formazione tecnica, condivisione di best practice tecnologiche, generazione di sinergie tra gli associati e confronto con le istituzioni nazionali e internazionali. La missione associativa è perseguita attraverso programmi di formazione per ampliare e aggiornare le competenze tecnico-operative e professionali; confronti tra gli operatori su temi di gestione e sviluppo; costruzione di un data base di contenuti tecnologici e accademici insurtech a uso esclusivo dei soci; confronto con l’autorità di vigilanza sull’attività assicurativa e con le istituzioni di riferimento per l’innovazione e l’Agenda Digitale Italiana (ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione).

Per maggiori informazioni: www.insurtechitaly.com

 

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[1] EM-DAT, The international disasters database. www.emdat.be