La disciplina introduce nuovi obblighi per gli organi di amministrazione e controllo delle aziende. Emergono così nuovi profili di responsabilità in capo ai vertici delle imprese: un webinar di QBE, promosso in collaborazione con lo studio legale RP Legal & Tax, ha analizzato le conseguenze per il settore assicurativo
Manca poco ormai all’entrata in vigore del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Inizialmente prevista per il 15 agosto 2020 e poi posticipata anche a seguito della pandemia di coronavirus, l’entrata in vigore della nuova disciplina, a lungo attesa, avverrà infatti ufficialmente in vigore il prossimo settembre. E sono tante le novità che porterà con sé: nuovi obblighi per le imprese, nuovi doveri per gli organi di amministrazione e controllo, nuovi modelli operativi e, di conseguenza, anche nuovi profili di responsabilità per i vertici aziendali. Tutti elementi che avranno un impatto significativo sul mercato delle polizze D&O. Per cui è meglio farsi trovare preparati.
Il tema è stato al centro di un webinar organizzato da QBE Italia in collaborazione con lo studio legale RP Legal & Tax.
Introdotto e moderato da Maria Cirillo, senior marketing and communications consultant della compagnia, l’evento online stato animato dagli interventi di Valeria Rossetti, financial and specialty lines portfolio manager di QBE Italia, e dall’avvocato Riccardo Buizza, partner di RP Legal & Tax.
Il codice si caratterizza per un nuovo approccio alla gestione della crisi aziendale. La disciplina distingue innanzitutto fra crisi e insolvenza, mettendo in evidenza come soltanto nel secondo caso si sia di fronte a una situazione irrimediabile per il proseguimento delle attività aziendale. Sulla base di questa distinzione, il nuovo codice si propone dunque di tutelare le imprese sane che attraversano un momento di difficoltà finanziaria, anticipando i segnali di emersione della crisi per avere la possibilità di intervenire tempestivamente e risanare in tempo le situazioni critiche. In pratica, nel nuovo codice, il fallimento è soltanto una estrema ratio.
La disciplina, a tal proposito, riserva uno spazio particolare a quelli che sono definiti “strumenti di allerta della crisi”, ossia indicatori volti a rilevare in maniera tempestiva una possibile crisi d’impresa e a sollecitare gli interventi più opportuni per la gestione della situazione. Si tratta di squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rilevabili attraverso appositi indici come la sostenibilità del debito o i ritardi nei pagamenti.
L’introduzione di questa nuova normativa pone nuovi obblighi in capo ai vertici aziendali. La nuova disciplina prevede infatti che li organi delegati istituiscano assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e alle dimensioni d’impresa e finalizzati alla tempestiva rilevazione di un’eventuale crisi. Si tratta di un complesso di regole, direttive, procedure e funzioni che regolano il funzionamento della società, come ad esempio la configurazione dei profili di potere e responsabilità, la pianificazione a breve e lungo termine e la predisposizione di un sistema di controllo interno. Il consiglio di amministrazione, dal canto suo, deve valutare l’adeguatezza degli assetti organizzativi, amministrativi e
Infine, il collegio sindacale deve vigilare sulla sua adeguatezza e sul suo concreto funzionamento, valutando costantemente la sussistenza dell’equilibrio economico finanziario e il prevedibile andamento della gestione.
Il legislatore ha stabilito poi degli strumenti di allerta della crisi volti alla tempestiva rilevazione degli indizi di crisi e alla sollecita adozione delle misure più idonee alla sua composizione. Collegio sindacale, revisore contabile e società di revisione, ciascuno nell’ambito delle proprie funzioni, hanno l’obbligo di segnalare immediatamente all’organo amministrativo l’esistenza di fondati indizi di crisi.
Tutto ciò, come già accennato e come facilmente intuibile, avrà conseguenze sul mercato delle polizze D&O. La disciplina, come visto, introduce infatti nuovi oneri per i vertici aziendali e porta con sé un aumento nei profili di responsabilità che vengono coperti tipicamente dalle polizze D&O.
Ecco dunque che anche il mercato delle polizze D&O risentirà del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Oltre all’analisi dei bilanci, potrebbe per esempio essere richiesta una valutazione sugli assetti organizzativi, amministrativi e contabili, ed è probabile che, in questo ambito, si possa assistere a un’evoluzione dei questionari assuntivi e all’inserimento di specifiche esclusioni di copertura nei testi di polizza qualora vi siano presunti indizi dello stato di crisi e/o segnalazioni agli organi preposti. Particolare attenzione sarà infine riservata a quello che, secondo i curatori del webinar, sarà il maggior fattore di rischio della nuova disciplina per gli amministratori d’azienda: la mancata implementazione e supervisione di adeguati sistemi di allerta della crisi.