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Rischi e soluzioni assicurative per le energie rinnovabili

Sulla spinta della lotta al cambiamento climatico e delle indicazioni della Commissione Europea, il settore delle energie rinnovabili sta vivendo una rapida evoluzione. Ciò comporta nuovi rischi, che devono essere attentamente valutati, gestiti e assicurati.

Negli ultimi anni il mondo ha finalmente compreso la necessità di intervenire per ridurre la produzione di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici contenendo l'inquinamento atmosferico, le cui ripercussioni su ambiente e salute sono ormai innegabili.   

A differenza dei combustibili fossili quali il carbone, il petrolio e il gas naturale, le fonti rinnovabili sono inesauribili e offrono molteplici opzioni di approvvigionamento, consentendo una diversificazione delle fonti energetiche. Inoltre, il loro utilizzo può ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, migliorando la sicurezza energetica di un Paese e riducendo conseguentemente la vulnerabilità agli shock dei prezzi del petrolio e del gas.

La Commissione europea è intervenuta su queste tematiche fissando obiettivi di riduzione delle emissioni nette di almeno il 55% entro il 2030, con lo scopo di diventare climaticamente neutrale entro il 2050. Tra le misure indicate per il raggiungimento di questo risultato sono inclusi interventi di promozione delle energie rinnovabili.

In Italia il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) nei mesi scorsi ha rilasciato una bozza del cosiddetto decreto “FER-X”, che delinea i meccanismi di supporto e gli incentivi che dovrebbero portare alla realizzazione di oltre 67 GW di nuovi impianti rinnovabili. La bozza del decreto fissa il 31 dicembre 2028 quale termine per la sua applicazione e delinea i meccanismi di supporto per 4 tipologie di impianti: fotovoltaici, eolici, idroelettrici e di trattamento dei gas residuati dai processi di purificazione.

Gli impianti fotovoltaici ed eolici saranno quelli che beneficeranno maggiormente in termini di supporto e incentivi, infatti sono previste due modalità di accesso:

  • Accesso diretto, per gli impianti di taglia uguale o inferiore ad 1 MW per i quali è previsto un contingente di 5 GW
  • Accesso tramite asta, previsto per gli impianti di potenza superiore a 1 MW e concontingenti differenziati per tecnologia:
  • Fotovoltaico: 45 GW
  • Eolico: 16,5 GW
  • Idroelettrico: 0,63 GW
  • Gas residuati dai processi di depurazione: 0,02 GW

L’Italia vuole evidentemente accelerare il processo di installazione di nuovi impianti prevedendo una procedura di valutazione rapida per quelli con potenza superiore a 10 MW.

La figura qui sotto mostra quali diverse fonti siano state utilizzate dal nostro Paese per la generazione di energia elettrica:

Attualmente in Italia circa il 72% dell’energia elettrica viene generata dal termoelettrico; l’idroelettrico ne produce circa l’11%, il fotovoltaico il 10% e l’eolico attorno al 7%.

Il Paese si sta quindi avviando verso investimenti significativi per aumentare la produzione da fonti rinnovabili, andando gradualmente a ridurre la quota generata dagli impianti termoelettrici.

Ciò comporterà ingenti investimenti nei prossimi anni per la costruzione di nuovi impianti, in particolar modo fotovoltaici, e il mercato assicurativo dovrà essere pronto a fornire il proprio contributo per questa transizione energetica verso una costante riduzione dell’impronta carbonica (carbon footprint). Il nostro settore sarà infatti chiamato a fornire adeguate coperture a partire dalla fase di progettazione, trasporto, installazione, sino all’esercizio degli impianti.

Un compito non semplice, tenendo conto che quello delle energie rinnovabili è un comparto in costante evoluzione. La crescente richiesta di maggiore produzione ed efficienza, con aerogeneratori di capacità sempre superiore, ha gradualmente portato alla costruzione di impianti di dimensioni sempre maggiori, con nuove sfide tecniche per chi deve progettare, trasportare e montare queste strutture. Un parco eolico o fotovoltaico può andare incontro a problemi di diversa natura che devono essere adeguatamente valutati e compresi. Ad esempio, per un impianto eolico sarà necessario analizzare la corografia del terreno e verificare se l’area sia soggetta a smottamenti per accertare che plinti e pali delle fondazioni delle torri siano idonei, senza sottovalutare l’impatto sulle canalizzazioni delle linee elettriche all’interno del parco sino alle sottostazioni. Sarà altrettanto necessario valutare le tipologie e i modelli delle WTG installate, oltre ai sistemi di sicurezza adottati (protezione da fulmini, antincendio all’interno della navicella, sistema di monitoraggio e protezione da overspeed, ecc.). Particolarmente importante resta poi la disponibilità di adeguate scorte dei componenti più critici (pale, turbina, trasformatori, ecc.) e la reperibilità di gru sufficientemente alte e idonee per manutenzioni e interventi, specie quando gli impianti sono ubicati in zone remote o con strade d’accesso difficoltose o assenti. Anche gli impianti fotovoltaici sono soggetti a guasti e cortocircuiti interni, oltre che a danni causati da agenti atmosferici esterni, senza dimenticare i danni catastrofali che possono essere causati da eventuali incendi della vegetazione lasciata crescere incolta sotto i pannelli solari.

Per questi motivi è di fondamentale importanza un idoneo risk management con analisi dei rischi e preparazione di piani di intervento in caso di emergenza, contratti O&M di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre ad adeguate scorte in magazzino dei componenti critici, ed eventuali contratti di fornitura di materiali e macchinari che prevedano tempi di consegna definiti e ragionevoli.

L’esperienza maturata da QBE a livello internazionale dimostra che un’idonea manutenzione e interventi programmati diminuiscono la probabilità di eventi dannosi e che, in caso di guasti, un intervento rapido con scorte dei componenti critici riesce a mitigare i sinistri sia sulla componente dei Danni Materiali che su quella dei Danni Indiretti.