Nell'articolo pubblicato da Milano Finanza Massimiliano Colombo, Regional Underwriting Manager QBE Italia, parla di tecnologia, sostenibilità e valorizzazione del talento, i driver dell’approccio strategico della compagnia per dare ulteriore impulso al proprio sviluppo in Italia
Oggi il mercato delle assicurazioni si trova ad affrontare nuove sfide e opportunità legate a temi sempre più centrali come i cambiamenti climatici, le tensioni geopolitiche e lo sviluppo delle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, fattori che trasformeranno nei prossimi anni l’attività delle società che operano in questo settore. Per gestire questo momento di cambiamento QBE, uno dei principali assicuratori e riassicuratori al mondo, ha scelto di puntare su tecnologia, sostenibilità e valorizzazione del talento.
Tecnologia e flessibilità
Parla di queste tematiche Massimiliano Colombo, Regional Underwriting Manager QBE Europe: “La tecnologia è fondamentale per restare al passo con i tempi che viviamo, anzi meglio ancora, quando possibile, per essere già un passo avanti. Può semplificare diverse attività, dalla preventivazione di una soluzione assicurativa alla richiesta di aggiornamento sull’iter di un sinistro: grazie agli strumenti basati sull’intelligenza artificiale oggi il cliente può avere una risposta rapida e non intermediata. Va però al tempo stesso ricordato che la tecnologia non è la soluzione, ma un mezzo per consegnare la soluzione. Soluzione che deriva dal lavoro di un team di esperti che a monte hanno individuato le proposte migliori per uno specifico profilo di rischio, ad esempio. È fondamentale poi ricordare che la tecnologia va coniugata con la flessibilità necessaria a mantenere integra e positiva l’esperienza del cliente in ogni fase della vita del contratto assicurativo. Per fare un esempio concreto: alcune fasce anagrafiche possono avere un indice di gradimento della tecnologia molto differente tra loro, ed è importante offrire a tutte le tipologie di clienti una soluzione in linea con queste diverse propensioni».
Le iniziative in ambito ESG
Fare business incidendo positivamente sulle comunità in cui opera è parte integrante della strategia di QBE. «Abbiamo avviato da otto anni la nostra iniziativa di investimento a impatto, Premiums4Good, attraverso la quale investiamo una parte dei premi dei clienti in investimenti a impatto con l’intenzione di creare risultati sociali e/o ambientali positivi insieme a interessanti rendimenti finanziari adeguati al rischio. Il tutto senza alcun costo aggiuntivo per i propri clienti», spiega Colombo. Le aree di intervento spaziano dalle energie rinnovabili alle infrastrutture sostenibili, dai servizi sociali ai programmi di sostegno alle persone e alle comunità vulnerabili.
Anche il terzo settore è al centro dell’attenzione di QBE, che in questi anni ha sostenuto numerosi progetti dedicati alle comunità in cui opera, con un focus sulle situazioni più svantaggiate. Dall’istituzione della QBE Foundation nel 2011, con il supporto dei propri dipendenti la società ha donato in Europa più di 10 milioni di sterline per cause meritevoli in campo sociale.
Coltivare il talento
È impossibile immaginare uno sviluppo nel futuro prescindendo dall’individuazione e coltivazione di nuovi talenti, che vanno intercettati già in ambito universitario per fare in modo che comprendano quanto grande è il potenziale del settore assicurativo per il proprio futuro professionale. Racconta Massimiliano Colombo: «A volte chiedo ai giovani candidati: preso atto che questo è il tuo sogno professionale, in quanti anni ritieni di poterti sedere al tavolo con un Amministratore Delegato o un Responsabile Finanziario? Spesso la risposta è: probabilmente non ci arriverò mai. E quando sottolineo che in alcuni ambiti assicurativi nel giro di due o tre anni il CEO e il CFO possono diventare interlocutori quotidiani, non di rado mi si chiede perché il mondo assicurativo non è in grado di rappresentare così bene sé stesso e di far percepire ai giovani quanto può essere interessante. Noi cerchiamo di stimolare e sostenere l’interesse dei futuri talenti anche attraverso questi franchi confronti». Quali sono le expertise richieste a questi giovani professionisti? «Avere innanzitutto tanta curiosità e passione, non arrendersi alle prime difficoltà e cercare un contesto lavorativo in cui ci venga dato anche il diritto di sbagliare. L’errore è l’occasione per poter riflettere su cosa nella catena di gestione dell’azienda non ha funzionato: può essere un processo non corretto, un’istruzione non data, un’inesatta percezione di quanto viene richiesto».